In viaggio con i miei figli. Seconda tappa: Gardaland

Buon pomeriggio!
Ansiosi di conoscere Gardaland?
Dovete sapere, però, che la mia passione per  il parco giochi più famoso d'Italia risale a molto, molto tempo fa, e rappresenta per me e per la mia famiglia un aspetto fondamentale e imprescindibile delle nostre vacanze.
Sin dal mio primissimo viaggio a Verona (a soli due mesi!) Gardaland è stata una delle tappe fisse del nostro itinerario, e costituiva una delle principali motivazioni che spingevano me e mio fratello a intraprendere quei lunghissimi chilometri dalla Sicilia in su.
Nato nel 1975, inizialmente era poco più che un semplice parco, le cui giostre superavano leggermente in quantità e grandezza quelle di paese.  Di anno in anno, però, la sua trasformazione è stata incredibile fino a farlo diventare grande quanto un vero e proprio paese: ogni anno trovavamo nuove attrazioni, nuovi "quartieri" a tema, e i vecchi giochi presentavano sempre nuove varianti che non li rendevano mai obsoleti nè tantomeno noiosi.
Entrare nel mondo affascinante di Prezzemolo e dei suoi amici è sempre stato per noi un modo per lasciare ansie e preoccupazioni fuori dal cancello, godendo del nostro lato migliore che a Gardaland riesce a esprimersi fino in fondo. Il lato bambino, in un parco come Gardaland, si sente libero di ridere, anche a sproposito, ma anche di urlare (per la gioia come per il brivido),  senza il timore che questo possa apparire sconveniente o inadeguato.
Se scorro nei miei ricordi fatico a trovarne uno, legato a Gardaland, che porti con sè delusione o rammarico per i soldi spesi. Ogni giornata trascorsa in questo parco finisce sempre con il grandissimo desiderio di ritornarci al più presto.
Ritornarci dopo moltissimi anni, per me, è stato quindi doppiamente entusiasmante, perchè mi si ripresentava l'occasione di scivolare nei miei ricordi e riaccendere la mia infanzia, e nello stesso tempo di condividere questo divertimento finalmente con i miei figli.
Anche stavolta, nessuna delusione, divertimento e brivido si sono mischiati consentendoci di scaricare mille tensioni.
Sempre magico il trenino, che inizialmente percorreva l'intera circonferenza del parco, mentre adesso riesce ad abbracciarne solo una piccolissima parte: come se il tempo non fosse mai passato, in quei vagoni ho ricominciato a viaggiare con mio fratello, i miei genitori, i miei cugini, i miei zii, i miei mitici nonni che si sono divertiti con noi finchè la salute glielo ha permesso. 
Anche stavolta ogni attrazione ci ha coinvolti fino in fondo: dalla giostra dei cavalli, in cui, ovviamente, siamo saliti anche io e Samuele, alla Valle dei Re, da Atlantide alla mitica Nave dei pirati.
Il brivido non è certo mancato, soprattutto in attrazioni come Mammut o In fuga da Atlantide, in cui ognuno di noi ha manifestato la propria paura in modo diverso: Luca e Sara con una specie di paralisi facciale, causata dall'incredibile tensione muscolare, io e Samuele con urla senza contegno che hanno sputato fuori molte tossine negative.




Alla fine di Mammut Sara, che avrebbe voluto picchiarci per averla fatta salire, tra le lacrime e le risate ha urlato: «Ancora vivaaaa!!!!».  Non è invece riuscita a superare la paura di affrontare le giravolte di Kung Fu Panda Accademy, per cui padre (anche lui, in relatà, poco coraggioso) e figlia hanno lasciato che lo sperimentassimo soltanto io e Luca, i veri eroi della familgia, che dopo una fila lunghissima e caldissima, abbiamo riso fino alle lacrime per un'attrazione movimentatissima ma davvero degna del mitico Po e della sua ciurma.
Il cinema 4D, poi, ci ha fatto entrare nel mondo di Sid e dei personaggi dell'Era Glaciale in cui, come sempre, le più grasse risate sono state scatenate dallo sfigatissimo  Scratt.
 
Per potervi raccontare tutta la giornata un post non potrebbe mai bastare, anche perchè a Gardaland ogni cosa si trasforma in divertimento, dal pranzo nel saloon western, ai punti di ristoro con getti di vapore acqueo rinfrescanti, e perfino ai bagni, sempre arredati secondo il tema del quartiere in cui si trovano. 


 
Ed è stato divertente, seppure parecchio agghiacciante, anche vedere volare dalle montagne russe oggetti di varia natura, come occhiali da sole e smartphone che poi rimanevano a giacere nelle reti di protezione.
A fine giornata nessuno, nonostante la stanchezza, aveva voglia di uscire dal mondo dei sogni, che abbiamo salutato tutti con tantissima gratitudine ma anche con un pizzico di tristezza.
L'unica consolazione era questa: il giorno dopo avremmo visto gli zii!!!
Curiosi???
Un po' di pazienza e vi portiamo anche a Milano...

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