Le tabelline: come farle imparare ai bambini in modo divertente e ... duraturo!

Buongiorno!
Come ve la cavate con le tabelline?
Proviamo insieme?
Partiamo da una semplice semplice:
6X8?
Poi, ancora...vediamo... 7X9?
L'ultima, che non so perchè scappava sempre dalla mia memoria, come se nel mio cervello ci stesse stretta: 7X8?
Avete risposto tutti senza chiedere al calcolatore elettronico?
Avete risposto in breve tempo?
O magari avete smesso di leggere e, quindi, non potrete più rispondere alle mie domande?
Sperando che non mi abbiate abbandonato, provo a raccontarvi come ho aiutato Luca nel percorso di apprendimento delle tabelline due anni fa, e come, insieme, stiamo cercando di aiutare Sara in questa nuova impresa scolastica, con cui ha iniziato a cimentarsi da un paio di giorni.
Inutile dire che il maggiore, ormai veterano di cose così semplici, ha provato a snobbare la tabellina dello zero e dell'uno, fino al momento in cui gli ho ricordato che anche con lui l'inizio non è stato così semplice.
Perchè in effetti, a meno che tu non ti chiami Mattia, abbia una mente perversamente matematica che ti consente di conoscerle già in età prescolare (ogni riferimento a fatti e persone conosciute è sempre, ovviamente, puramente casuale!), imparare le tabelline può essere molto difficile e complesso.
Oltre al ragionamento logico di base, secondo il quale 2X8 equivale a sommare il due otto volte, le tabelline richiedono un enorme sforzo mnemonico che, non essendo fondato su immagini e concetti semanticamente significativi per il bambino, sono difficili da fissare nella sua memoria meccanicamente.
Provo a spiegarmi meglio.
La memoria il più delle volte funziona in modo selettivo, conservando nel cassetto dei ricordi le cose più significative, quelle cioè che hanno colpito l'attenzione (anch'essa spesso molto selettiva) in maniera così forte da trasformare l'esperienza del momento in una traccia indelebile di memoria.
Naturalmente, forte può assumere una valenza positiva ma anche negativa, nel senso che generalmente si tende a ricordare molto bene sia un episodio particolarmente bello,  gratificante, o divertente, sia un episodio drammatico, di profondo impatto emotivo e carico di sofferenza. In questo secondo caso può anche accadere il contrario, e cioè che l'istinto naturale di protezione  spinga incosciamente a rimuovere tale episodio in una parte recondita della mente,  salvo poi recuperarlo nei momenti meno opportuni, scatenando reazioni imprevedibili.
In ogni caso, comunqe, ciò che possiede per noi un significato, preferibilmente associabile a un'immagine concreta, risulta più semplice da ricordare.
Questo principio è quello che spinge molte insegnanti e, come nel mio caso, molti genitori, a insegnare le tabelline ai bambini ricorrendo a delle rime, preferibilmente divertenti, che riescano a fissare meglio il risultato di una moltiplicazione numerica associandolo ad un'immagine che ne semplifica la memorizzazione.
Tornando al 6X8 da cui siamo partiti, chi di voi non ha mai associato l'espressione asino cotto a questa moltiplicazione? 
E quello che noi, come generazioni di insegnanti, hanno sempre fatto, magari istintivamente, ma ottenendo grandi risultati, ora è stato trasformato in uno strumento didattico che consiglio a tutti: Le tabelline canterine di Silvia Rinaldi, edizioni Mela Music. Si tratta di una raccolta di canzoncine, una per ogni tabellina, fino al dieci, in cui ad ogni moltiplicazione corrisponde una rima che trova riscontro nel cartone animato da cui ognuna è accompagnata.
La canzone della tabellina del due, ad esempio, ha come protagonista un gatto nero che è un po' cicciotto (che fa rima con 2X4=8), mangia pasta e ceci (2X5=10) ed il suo carattere socievole lo porta a fare sempre hey (2X3=6).
L'insieme di rime, immagini, e musiche molto ritmate e semplici da ricordare, aiuta a rendere l'apprendimento più divertente (e come abbiamo detto più volte questa è un'arma vincente!) e a fissare meglio il ricordo.
Partendo da queste maginifiche canzoncine, io e Luca, e lo stesso faremo con Sara, abbiamo poi personalizzato alcune rime, per cui il 7X4 ha bisogno del cappotto perchè, ahimè, c'è un bel ventotto, mentre il il 3X9 ti  fa a fette se non ricordi che fa ventisette.
E voi, che strategie avete utilizzato? Avete mai provato a usare le rime?
Io ve lo consiglio, vi assicuro che può essere anche molto divertente, e potrete viaggiare fino a Belluno, prendendo un bel 3X7 che fa ventuno, e se non credete allo mie parole, provate con con un 7X7 che fa 49 e poi, diseguito, fate altre prove
Buon divertimento!
Anzi.... buon apprendimento!

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