Sara e il "trolleir" per la scuola

Fonte: Librolandia

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Compagni di classe.
Moda.
Tutti questi elementi stanno agendo sulla mente di mia figlia affinchè convinca noi a comprarle la struttura per trasformare il suo zaino in un trolley o, come dice lei, in un trolleir.
All'epoca dell'acquisto dello zaino, aveva già provato a convincermi, confidando sul potere persuasivo del negoziante, il quale continuava a lodare  funzionalità, leggerezza e comodità dell'ultima invenzione della scienza odierna.
Non dico che, col peso spesso impossibile degli zaini, le ruote siano in assoluto da escludere, ma provo a spiegarvi i motivi per cui, secondo me, si tratta di un oggetto scomodo.
Innanzitutto per chi, come noi, fa il tratto a piedi, il trolley oltre ad essere scomodo si rivela anche parecchio inutile, dato che nelle nostre strade la parola  "marciapiede" è a dir poco un eufemismo: in alcune zone della nostra città, non si sa come e non si sa perchè, c'è chi ha "personalizzato" il tratto di marciapiede antistante il proprio portone, creando dislivelli a volte anche molto notevoli. All'alternarsi di patchwork di marciapiedi, poi, si aggiungono   macchine o altri veicoli comodamente parcheggiati dove non dovrebbero e   buche e materiali organici di varia natura disseminati ovunque; tutto questo costringe a fare slalom tra ostacoli e a sollevare continuamente il  carrellino, cosa che ne annulla la funzione in immediato.
Per non parlare, poi, della delicatezza e la leggiadria con cui spesso molti bambini se lo trascinano dietro, sbattendolo dovunque e contro chiunque, portandosi dietro tutto quello che è stato seminato per strada (e quando dico tutto, dico tutto!), e distruggendo la parte dello zaino che dovrebbe contenere i libri!
Inoltre, anche ammesso che arrivi a scuola intatto, accade molto spesso che le aule siano collocate al primo piano, motivo per cui i bambini devono salire due rampe di scale prima di raggiungere la propria classe. Risultato: lo zaino, già pesante a causa dei libri, diventa ancora più faticoso da sollevare.
Spesso, infine, specialmente all'uscita, questi simpaticissimi aggeggi vengono trascinati a una tale rapidità da infilarsi tra le gambe di grandi e piccini, rischiando di innescare crolli a catena.
Nonostante queste e altre motivazioni, che periodicamente uso con mia figlia, lei continua nella sua missione senza mollare.
Sara, inutile negarlo, ha una determinatezza che appartiene solo a lei, perchè difficilmente si arrende quando ha un chiaro obiettivo da raggiungere. Come un esperto predatore, finge di lasciare l'oggetto della sua caccia finchè non ritiene che sia arrivato il momento opportuno per tornare alla carica.
Come vi ho detto più volte è dotata di potentissime armi di seduzione che farebbero crollare anche l'impalcatura più solida. Da sempre, oltre al magico e irresistibile labbruccio, riesce a sfoderare sguardi penetranti che danno alle sue parole il carattere di una frase non  improvvisata, ma ragionata con precisione allo scopo di giungere dritta alla meta. Anche l'intonazione che dà alla voce è sempre serissima e non ammette repliche e crescendo anche le argomentazioni che usa sono sempre più mature e pertinenti.


L'altra sera, ad esempio, ha insistito per indossare gli occhiali da sole, e a niente sono serviti i nostri tentativi di dissuaderla  argomentando l'assoluta mancanza di luce a parte quella dei lampioni.
La sua risposta, come sempre, ci ha impedito di replicare: «Voi non potete capire perchè portate tutti gli occhiali da vista. A me, col vento, entra il freddo negli occhi e mi dà molto fastidio!».
...
Ma torniamo al trolley...
Ieri, ad esempio, nel suo ennesimo tentativo di persuadermi a comprarlo, di fronte alle mie solite perplessità ha detto: «Mamma, io lo saprei usare il trolleir, molte volte aiuto i miei compagni a trascinarlo, e poi...  ho saputo maneggiare una valigia, e non dovrei riuscirci con lo zaino?».
E io, a questo punto, non posso fare a meno di chiedermi: fino a quando riuscirò a maneggiare questo mostriciattolo?

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