Io, l'aspirapolvere e gli oggetti perduti

Prima che arrivi Lui, cerco di svuotare la mia anima dal senso di colpa, in modo da potergli comunicare quanto appena accaduto con un atteggiamento più sereno e frutto di una sana meditazione.
Tranquilli, niente di grave, o almeno spero...
Cinque minuti fa, stavo tentando di ridurre al minimo la polvere che, come sapete, da noi è sempre tanta da sfamare un intero villaggio, come disse un piccolo uomo di due anni, nel lontano 2010.
Tra la fretta di farlo entro l'ora di pranzo, la stanchezza della mia mezza giornata già intensa come se avessi zippato un'intera settimana, non mi sono accorta che in prossimità del tubo della sparizione, ci fosse un oggetto molto caro e utile al marito, un oggetto che riguarda la sua più grande e indiscutibile passione: la  chitarra.
Il viaggio senza ritorno infatti è toccato al suo plettro.
Ora, so benissimo che un modo ci sarebbe per riprenderlo, ma non è una cosa proprio piacevole da fare...
Come lo so?
Perchè, ovviamente, non è la prima volta che nel vortice dell'oblio riesco a far finire oggetti di vario valore. 
Succede sempre allo stesso modo: sono di fretta, adocchio uno o più oggetti sparsi sul pavimento e pur essendo perfettamente consapevole che le loro dimensioni potrebbero non salvaguardarli dal pericolosissimo tubo,  la fiducia nelle mie capacità di schivarli e la fretta  mi inducono a continuare lo stesso finchè...
Rumori metallici o simili ad un malefico "slurp" mi fanno capire: ho appena aspirato un orecchino, un foglietto in cui c'era scritto un promemoria fondamentale o, cosa ancora più grave, un minuscolo accessorio dei giochi dei miei figli, della cui assenza si accorgerebbero appena tornati, come se fossero dotati di inspiegabili poteri paranormali in grado di leggere il misfatto nei miei occhi colpevoli.
Onde evitare il tribunale inquisitorio, il più delle volte mi chino, rassegnata, alla ricerca del tesoro perduto che di solito è esageratamente piccolo e paurosamente simile ad altre diecimila cose. Aprire il sacchetto del mostro divoratore, poi, mi rende l'idea di quanto sia disgustoso quello che si accumula per casa ogni giorno, e di quanto, nell'assemblaggio coatto, la polvere e le varie ed eventuali diventino un miscuglio vomitevole in cui fare scorrere le proprie dita è un'esperienza molto forte.
Ma niente è più gratificante di riuscire nella propria impresa, niente ti fa sentire più eroica dell'aver scovato un luccichio  che non può essere il riflesso della polvere, salvo poi la delusione di scoprire che si tratta di un pezzettino di carta alluminio...
Le mie spedizioni nel tubo della scomparsa hanno concesso il ritrovamento di oggetti impensati: scarpine dei playmobil (dimensioni: circa 5mm), orecchini, spadine, costruzioni, accessori dei lego Ninjago e, udite udite, dentini da latte!
Ma chi di voi non farebbe qualsiasi cosa per cancellare il musetto triste e disperato di un cucciolo d'uomo che teme di non rivedere mai più un oggettino a cui è affezionato?
Mentre riflettete su questa domanda, io vi lascio perchè, nel frattempo, è arrivato il proprietario del plettro...

...
Comunicazione avvenuta...
Nessun problema... il plettro era rotto.
Come direbbe Sara, "fiuuu" stavolta mi sono risparmiata l'impasto malefico!

Commenti

  1. Utilità e diavoleria si fondono nell'indispensabile aspirapolvere! Se vale il detto mal comune mezzo gaudio posso consolarti dicendo che capita spesso anche a me

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  2. Ottimo, mi consola parecchio, mi sento meno sola a combattere contro il mostruoso tubo!

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