Piccole pink lady crescono: Sara e il diploma di scuola dell'Infanzia

Signorina diplomata
Leggo la data dell'ultimo post e mi accorgo che sono trascorsi un anno, tre mesi e venticinque giorni. La pausa non ha nulla a che vedere con l'inondazione di schiuma di cui vi ho parlato l'ultima volta, anche se mi rendo conto che sarebbe  stato parecchio suggestivo passare un anno e mezzo immersi nelle bolle di sapone. 
Le pagine del diario si riaprono su un capitolo dedicato a Sara.
Pink lady dalla nascita, adesso convertita ad altre sfumature cromatiche che vanno dal blu all'azzurro, dal verde al giallo, ma comunque fedele nei secoli al rosa e al fucsia, la mia piccola ha completato il ciclo della Scuola dell'Infanzia, ottenendo il tanto atteso "diploma".
Ieri mattina la festa a scuola che ci ha ricordato, senza troppi giri di pensieri e di parole, che i nostri figli stanno crescendo e noi insieme a loro.
Signorina slanciata
Davanti a noi non c'erano più i bimbi paffutelli e dal sorriso latte e miele del primo anno, ma signorine slanciate  convinte di sapere tutto del mondo e giovanotti scalmanati già capaci di far girare la testa alle loro compagnette.
Come ogni conclusione, anche questa porta con sè bilanci, riflessioni e confronti tra un prima e un dopo, porta a ricordare con positiva nostalgia i primi momenti e a progettare con intrepida e sognante attesa il percorso successivo.
La scuola dell'infanzia rappresenta la prima uscita da casa, il primo distacco dall'ambiente domestico e familiare, la prima "consegna" ufficiale del proprio piccolo nelle mani di una Maestra, persona più o meno estranea, che nel tempo diverrà un importantissimo punto di riferimento affettivo e normativo svolgendo un ruolo fondamentale e troppo spesso sottovalutato: supportare la funzione educativa dei genitori e trasmettere apprendimenti e conoscenze che solo la scuola può offrire. 
Il bambino impara a dividere e condividere, inizia a comprendere che la sua libertà  si costruisce incontrando e rispettando quella degli altri, sperimenta mille modi diversi per  esprimere la propria creatività e la propria personalità, capisce che dietro un fallimento c'è sempre la possibilità di ricominciare, che ogni sbaglio è un'occasione per crescere. Nella scuola dell'infanzia inizia il suo cammino verso l'indipendenza, comincia a comprendere (ahime....!) che "senza la mamma si può....".
E qui entriamo in gioco noi genitori che cresciamo in questo percorso tanto quanto loro,  imparando a fidarci e ad affidarci (non senza difficoltà), a conoscere meglio i nostri figli con i loro limiti e potenzialità, gusti e attitudini, difetti e pregi dal cui intreccio nasce ciò che li rende individui unici e irripetibili.
Sguardo verso la primaria
Per quanto mi riguarda, ciò che ha reso più semplice questo percorso, è stata la consapevolezza che mia figlia, entrando a scuola, avrebbe trovato ogni giorno persone pronte a regalarle un sorriso e un conforto, a gratificarla e rimproverarla laddove necessario, maestre capaci di coniugare professionalità e umanità, istruzione e relazione. La prima testimonianza di questo è sempre arrivata, spontaneamente e inconsapevolmente da Sara, pronta a sorridere e abbracciare le SUE maestre ovunque le incontrasse.
Per tutto questo, e per molto altro che certamente scoprirò negli anni futuri, non posso che ringraziare  queste maestre che, nonostante le difficoltà e gli acciacchi della povera e maltrattata Scuola Italiana, riescono sempre a servirla per amore dei bambini e dell'Istruzione.
Nella speranza di incontrare sempre insegnanti innamorati della scuola nonostante tutto, auguro un fruttuoso ed entusiasmante cammino alla mia piccola che guarda al suo futuro e, sempre alla ricerca del fashion e della moda chic, pensa già a cercare sul web immagini di "zaini da tutto il mondo".
Suggerimenti?




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