Primo Maggio


È iniziato. 
Lo temevo nei ricordi orrendi e nelle prospettive incerte.
Ed è iniziato peggio di quanto mi aspettassi, forse per infierire, forse per non smentirsi.
I ricordi riaffiorano mostruosi, accentuati dalla sua febbre sfiancante che mi rimette davanti agli occhi tutto: il mio odio per una stagione bugiarda, le mie ansie di mamma incomprese, derise, ma sempre capaci di tradursi in realtà, il desiderio che il sole, quello vero e sincero dell'estate, e il mare cancellino le nottate e i pensieri continui di questi mesi, e di questi tre giorni.

Festa dei lavoratori...

Ecco .... anche qui non credo di avere molto da festeggiare, dal momento che il 31 sarà il mio ultimo giorno di lavoro e il dopo è un grande, profondo, buco nero. La mia prima esperienza professionale gratificante (per il cuore e la mente.... non per il portafoglio!) sta per concludersi e nelle alte sfere nessuno si pronuncia, non si sa che fine faremo noi né, tantomeno, se il servizio socio-psico-pedagogico avrà un seguito nelle nostre scuole assetate e desiderose di un supporto tanto necessario quanto sottovalutato.
La città e l’intera penisola onorano il Primo Maggio con eventi e manifestazioni, ma dimenticano che al momento il festeggiato non ama presentarsi in pubblico, è privo di forza vitale e sociale, ama circondarsi solo di poche persone e abbandona senza pietà tutte le altre. Il signor Lavoro è malato e sfuggente, bene di pochi e utopia di molti.
Nelle foto di questa festa compariranno torte, bandierine, invitati, ci saranno le candeline ma nessuno che le spenga.
Non resta che augurarsi che si presenti, rinvigorito e rigenerato alla sua prossima festa.
Nel frattempo, perdonate il mio umore e il mio pessimismo e non vi offendete se non riesco ad augurarvi buon Primo Maggio.

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