Dialogo a colazione

Buongiorno! 
Prima di dedicarmi alle faccende domestiche, già tanto amate in tempi normali, per cui provate a immaginare quanto siano piacevoli adesso che in casa la temperatura media è di 35°, devo assolutamente riportarvi il dialogo di poco fa tra a me e Luca
Stavamo facendo colazione, da soli poiché la piccola di casa stava ancora dormendo, e ad un certo punto Luca si è girato verso di me e mi ha chiesto: «C'è una mosca?». Essendo ancora in bilico tra il sogno e la realtà non mi ero ancora accorta di questa presenza volante per cui, anziché rispondergli, ho ripetuto la domanda: «C'è una mosca?». Luca, già più sveglio di me, ha risposto: «Eh sì, ho sentito un ronzio!».
Tralasciando l'effetto collaterale dovuto, secondo una nostra amica, all'ingestione di un dizionario (Zanichelli, nello specifico), devo per forza raccontarvi il resto del dialogo.
Dopo aver fatto una delle sue storiche pause di riflessione, ha continuato: «Ora la mosca se ne va nel suo mondo, perché questo è il nostro mondo, ........noi siamo a New York, giusto?».
Cercando di trattenere la risata (frenata anche dalla sua frase implorante: «Mamma, non ridere!») ho dovuto informarlo che la nostra città non è precisamente New York (basterebbe una semplice occhiata fuori dal balcone per scoprirlo!) e gli ho chiesto dove avesse sentito questa frase e cosa gli avesse fatto pensare che il nostro mondo fosse "New York".
Incapace di scoraggiarsi di fronte alle difficoltà, Luca mi ha subito risposto: «L'ho capito io, dai Puffi!».
Bene......prossimo obiettivo: raccolta di immagini per fargli capire la "leggera" differenza tra New York e Vittoria.
Ma sarà poi così evidente? 

Commenti

  1. Luca sta troppo avanti: per accettare e superare il grigiore di Vittoria, si è immaginato di vivere a New York!!! Viva gli occhi e la fantasia dei bambini!!!

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    1. Eh sì....mi piacerebbe molto immaginare Vittoria come New York...ma ho giusto qualche difficoltà!!!! Buona giornata!!!!

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  2. semplicemente adorabile....è come quando ha detto che l'aranciata era "aspra" :-))) .....
    ps: grazie per la citazione :-)))
    faby

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  3. Quando ero piccola con i miei genitori andavamo a trovare mia sorella che studiava a Siracusa. Obbligatoriamente dovevamo passare da Gela. Al ritorno, vedendo il polo petrolchimico illuminato, chiedevo a papà cose fosse e lui, tutte le volte, mi rispondeva che erano i grattacieli di New York illuminati!!! Io naturalmente ci credevo perchè me lo diceva il mio papà! Se la differenza tra Vittoria e New York è "leggera" pensa un pò com'è con Gela!!! Com'è bella l'innocenza dei bambini, lascia senza fiato! Grazia.

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    1. Anche io e mio fratello credevamo che Gela fosse New York!!!!
      Viva l'ingenuità infantile!!!

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